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Sindrome compartimentale cronica dell’avambraccio

È una patologia nella quale, in seguito a sforzi ripetuti nel tempo, vi è un aumento della pressione localizzata a livello delle logge muscolari dell’avambraccio; le conseguenze sono inizialmente una maggiore faticabilità e in seguito la necessità di interruzione dello sforzo.
I pazienti tipicamente riferiscono comparsa di formicolii, perdita di forza, sensazione di pesantezza e incapacità di continuare l’attività.
Questa patologia è tipica dei motociclisti, ma può colpire anche altre tipologie di sportivi, quali canoisti e tennisti o lavoratori manuali.
La diagnosi è di solito clinica, dal momento che gli esami risultano negativi se eseguiti a riposo. Utile, in alcune circostanze, la misurazione della pressione intracompartimentale.

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Il trattamento conservativo è spesso inefficace e suscettibile a numerose recidive; l’intervento chirurgico risulta efficace.
Il trattamento prevede l’esecuzione di una “fasciotomia”, ovvero l’apertura della fascia volare dell’avambraccio per decomprimere le masse muscolari.
Con le più moderne tecniche a nostra disposizione, oggigiorno si può effettuare questo intervento in modo endoscopico tramite una piccola incisione. I pazienti possono muovere l’avambraccio e la mano subito nel post-operatorio e riprendere le attività sportive, anche ad alto livello, dopo poche settimane.
La fisioterapia è da considerarsi parte integrante del trattamento.

Fig. 3
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